Birre IPA, cosa sono le India Pale Ale e perché sono così dannatamente buone

Birre IPA, cosa sono le India Pale Ale e perché sono così dannatamente buone

Le birre IPA, acronimo di India Pale Ale, rappresentano uno stile di birra nato nel Regno Unito nel XVIII secolo, caratterizzato da un uso abbondante di luppolo, che conferisce alla bevanda profumi intensi e un amaro deciso: questa caratteristica le ha rese poco “nazional-popolari” fino al recente passato. Oggi, invece, le versioni moderne si sono evolute fino a diventare amatissime, forse le birre artigianali più amate in assoluto.

Infatti, il mercato delle IPA è in costante crescita: basti pensare che negli Stati Uniti rappresentano oltre il 45% delle vendite di birrifici artigianali, e su Untappd, piattaforma social americana dedicata agli amanti della birra, lo stile IPA è stato il più recensito negli ultimi 12 anni.

E non è finita qui: secondo uno studio riportato dalla rivista britannica The Drink Business, il consumo moderato di birra IPA non solo avrebbe meno effetti negativi sulla salute, che qualsiasi prodotto alcolico ha, ma potrebbe addirittura avere alcuni effetti benefici, grazie alle sue proprietà antigenotossiche!

Sarà vero? A noi, di sicuro, le IPA piacciono assai.

E ora andiamo a spiegarvi nel dettaglio quali sono gli ingredienti delle birre IPA, come si produce in modo artigianale, caratteristiche organolettiche e i più azzeccati abbinamenti a tavola.

 

Come si produce una birra artigianale IPA

La produzione di una birra IPA artigianale segue un processo meticoloso che parte dalla selezione degli ingredienti. Gli elementi fondamentali sono l'acqua, il malto d'orzo (e altri cereali in misure minori), il lievito e, soprattutto, il luppolo. Quest'ultimo è l'ingrediente chiave che conferisce alla IPA il suo caratteristico gusto amaro e gli aromi distintivi.

Il processo di produzione inizia con la macinazione del malto d'orzo, che viene poi miscelato con acqua calda in un tino di ammostamento. Questa fase permette di estrarre gli zuccheri dal malto. Il mosto dolce risultante viene separato dalle trebbie e portato a ebollizione, momento in cui viene aggiunto il luppolo per la prima volta. Il tempo e la quantità di luppolo aggiunta in questa fase determinano l'intensità dell'amaro e alcune sfumature aromatiche nella birra finale.

Dopo la bollitura, il mosto viene raffreddato e trasferito nei fermentatori, dove viene aggiunto il lievito. Durante la fermentazione, il lievito trasforma gli zuccheri in alcol e anidride carbonica, spesso lasciando poche - o nulle - tracce aromatiche del suo operato.

Come accennato all’inizio, le IPA che fanno impazzire appassionati e neofiti da più di trent’anni di Craft Beer Revolution, rinascono negli Stati Uniti con una concezione e degli ingredienti dai tratti molto diversi rispetto a quelli utilizzati per i primi esemplari londinesi del 1700.

Sono ancora una volta i luppoli a segnare le differenze più marcate: in una India Pale Ale tradizionale inglese non si ritrovano le spiccate note tropicali, resinose e agrumate a cui siamo abituati bevendo quelle che gli esperti insistono a chiamare “American IPA”, ma comunemente conosciute solo come IPA.

Le fasi produttive in cui si sviluppa la maggior parte degli aromi distintivi appena descritti sono quelle che avvengono dopo la bollitura, ovvero il raffreddamento, la fermentazione e la successiva maturazione.

Ecco, l’aggiunta di luppolo in queste fasi è quella che viene definita “Dry Hopping” e che, in italiano, preferiamo tradurre come “luppolatura a freddo”, visto che sono proprio le temperature più basse che permettono di intrappolare più aromi e ed estrarre meno amaro, rispetto alle aggiunte di luppolo in bollitura.

 

India Pale Ale: caratteristiche e abbinamenti

Le birre India Pale Ale, dunque, sono rinomate per il loro gusto amaro e gli aromi intensi, derivanti dall'uso generoso e variegato del luppolo. Il colore varia dal giallo paglierino al dorato, ma arriva anche fino all’ambrato e al nero impenetrabile delle Black IPA, mentre il bouquet aromatico può spaziare tra note floreali, erbacee, agrumate, resinose e di frutta estiva e tropicale. La gradazione alcolica si attesta solitamente tra il 5% e l'8%, ma non mancano versioni “Session” (più leggere) e “Imperial” (più forti), così come iniziano a spuntare buonissime IPA analcoliche.

Date queste premesse organolettiche, quali abbinamenti gastronomici sono ideali per le IPA? Sicuramente, sono deliziose insieme a piatti di pesce (soprattutto le IPA meno amare tipiche della East Coast), crostacei e formaggi freschi.

Inoltre, si sposano bene anche con i primi più semplici e tradizionali: gli amanti del piccante potranno provare l’abbinamento con una spaghettata aglio, olio e peperoncino, per esempio. Per quanto riguarda la carne, in America ci insegnano che le IPA sono perfette per una grigliata estiva e, soprattutto, per gli hamburger più variegati e saporiti.

E con i dolci? Con le dovute attenzioni all’equilibrio dolce-amaro e, magari, un tocco di marmellata di agrumi, si può godere anche di una buona IPA a fine pasto.

 

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