Gueuze 37,5cl
Non sei davanti a una Gueuze, ma alla Gueuze. Si tratta del principale frutto del lavoro di mastri birrai del Pajottenland, una zona circoscritta a sud-ovest di Bruxelles, che lavorano ancora come si faceva un paio di secoli fa. È una tradizione sopravvissuta quasi per miracolo quella di produrre birre a fermentazione spontanea (i Lambic) e di blendarne più annate per creare le Gueuze, in francese, o Geuze, in fiammingo. Ecco, la Brasserie Cantillon è una dei quei luoghi dove è successo il - quasi - miracolo. E la bottiglia che hai sotto il naso è stata quella che ha aperto uno spazio nel mondo a tantissimi altri derivati del Lambic. Acida, selvaggia, vera, spesso un po' puzzolente, ma anche tanto profumata. Non diremo una grande birra, meglio una grande Gueuze. La Gueuze.
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Dettagli |
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Fermentazione | Spontanea |
Periodo ideale di consumo | 2025-2029 |
Allergeni | Glutine |
Ibu | 30 |

Abbinamenti

Carpaccio di pesce

Cevice di pesce agli agrumi

Cheese cake agli agrumi o frutta rossa acida

Formaggi erborinati e grassi

Formaggi grassi spalmabili

Frittura di pesce

Interiora fritte (cervella)

Lumache

Ostriche e cocquillage crudo

Primi piatti di pasta a base di pesce (senza salsa di pomodoro)

Salumi grassi (salame a pasta grossa)

Sushi

Torta di carciofi

Torte salate di verdure

Brasserie Cantillon
Non è facile trovare le parole per descrivere la Brasserie Cantillon. Partiamo definendola come un punto di partenza, anzi di ripartenza, come una colonna portante della cultura birraria, come un luogo da visitare almeno dieci volte nella vita, come un museo - lo è davvero -, come un luogo dove la passione e le generazioni di una stessa famiglia hanno permesso la sopravvivenza e la rinascita dei Lambic e delle Gueuze. Un preambolo doveroso, che dice già praticamente tutto.
Se dopo la forte crisi delle birre a fermentazione spontanea del Pajottenland del dopoguerra, che negli anni '80 ha portato alla quasi totale scomparsa di questi prodotti e della loro tradizione, è iniziata piano piano una riscoperta del Lambic, lo dobbiamo in gran parte alla famiglia Van Roy, ancora oggi alla guida di Cantillon. In Italia soprattutto, ma anche nel mondo, lo dobbiamo anche a Lorenzo Dabove (Kuaska) che è stato fra i primi a innamorarsene e ad affiancare Jean Pierre Van Roy e famiglia nella divulgazione.
Il primo assaggio di una qualsiasi etichetta di Cantillon può sembrare respingente, ma come recita la famosa scritta all'interno del birrificio "Il tempo non rispetta ciò che si fa senza di lui", quindi lascia passare qualche mese fra un assaggio e l'altro e vedrai che, dopo un po', non potrai più farne a meno.