Iris
Una birra diversa dalle solite produzioni di Cantillon, la cui intera base cerealicola è data dal malto d'orzo di tipo Pale, grazie al quale risulta di un colore ambrato scarico appena versata nel bicchiere. Prima di essere imbottigliata, però, riposa due anni nelle storiche botti di Rue Gheude 56 e viene a contatto con luppolo fresco per due settimane: ne risulta una bevuta fresca e complessa allo stesso tempo, con un'anima funky che fa da sfondo ai profumi floreali, speziati e fruttati dei luppoli.
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Dettagli |
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Fermentazione | Spontanea |
Periodo ideale di consumo | 2025-2030 |
Allergeni | Glutine |
Ibu | 45 |

Abbinamenti

Carpaccio di pesce

Cevice di pesce agli agrumi

Cheese cake agli agrumi o frutta rossa acida

Formaggi erborinati e grassi

Formaggi grassi spalmabili

Frittura di pesce

Interiora fritte (cervella)

Lumache

Ostriche e cocquillage crudo

Primi piatti di pasta a base di pesce (senza salsa di pomodoro)

Salumi grassi (salame a pasta grossa)

Sushi

Torta di carciofi

Torte salate di verdure

Brasserie Cantillon
Non è facile trovare le parole per descrivere la Brasserie Cantillon. Partiamo definendola come un punto di partenza, anzi di ripartenza, come una colonna portante della cultura birraria, come un luogo da visitare almeno dieci volte nella vita, come un museo - lo è davvero -, come un luogo dove la passione e le generazioni di una stessa famiglia hanno permesso la sopravvivenza e la rinascita dei Lambic e delle Gueuze. Un preambolo doveroso, che dice già praticamente tutto.
Se dopo la forte crisi delle birre a fermentazione spontanea del Pajottenland del dopoguerra, che negli anni '80 ha portato alla quasi totale scomparsa di questi prodotti e della loro tradizione, è iniziata piano piano una riscoperta del Lambic, lo dobbiamo in gran parte alla famiglia Van Roy, ancora oggi alla guida di Cantillon. In Italia soprattutto, ma anche nel mondo, lo dobbiamo anche a Lorenzo Dabove (Kuaska) che è stato fra i primi a innamorarsene e ad affiancare Jean Pierre Van Roy e famiglia nella divulgazione.
Il primo assaggio di una qualsiasi etichetta di Cantillon può sembrare respingente, ma come recita la famosa scritta all'interno del birrificio "Il tempo non rispetta ciò che si fa senza di lui", quindi lascia passare qualche mese fra un assaggio e l'altro e vedrai che, dopo un po', non potrai più farne a meno.